Gli incredibili nuovi mutanti: Una lezione particolare

Racconto inedito di Marco Signorelli

 

 

- Hei, dolcezza, non sono il tuo angelo custode personale; e ti sarei grata se non ti agitassi tanto. -

Essere a venti metri dal suolo, tenuto sospeso da due forti, ma delicate, mani che ti afferrano sotto le ascelle, indurrebbe chiunque a miti consigli tranne Harper Cooper che continuava ad agitarsi come se stesse prendendo a calci e a pugni qualcuno, mentre borbottava.

- Questa volta c’ero quasi riuscito. – Poi una serie di improperi resero il resto del discorso incomprensibile.

- Come no, zuccherino! La prossima volta andrà meglio. Sempre che non decida di mollarti ora per insegnarti che non si usa un simile linguaggio alla presenza di una donzella del sud. -

Improvvisamente Harper Cooper decise autonomamente di rilassarsi e di godersi il viaggio, di certo non per causa del fatto che ora i metri che lo separavano dal suolo erano diventati una quarantina, ed il vento gli imponeva di socchiudere gli occhi e la bocca per evitare di ingoiare moscerini e insetti vari, neppure il piccolo rumore di stoffa che si stava lacerando; ciò che lo calmò fu il dover ripensare alle sue mosse.

- Credo che se av…coff cofff cocooooffff blehaa. -

Una risata cristallina arrivò dal suo angelo custode – Aahhah. Forse dovresti farti un costume con una maschera. Ora scendo se ti sei calmato. -

- sput sput sput… blehaa – A parte lo sputacchiare si era calmato, ed il volo terminò in pochi istanti. Le mani lo lasciarono al centro di una piccola radura di un ameno boschetto e, la proprietaria delle stesse atterrò con grazia ed eleganza davanti a lui.

Forse non era un angelo, ma si avvicinava molto all’idea che Harper Cooper aveva degli angeli. Una donna bellissima, capelli stranamente bicolori castani, tendenti al rosso, e bianchi. Il giubbotto di pelle aveva una patch raffigurante una X nera in campo rosso. La stessa X era anche sulla fibbia della cintura. Il resto del corpo era avvolto in una aderente tuta nera.

- Tutto bene occhioni dolci? – Furono le prime parole che Rogue, mutante di classe alpha e membro effettivo della squadra degli X-Men, gli rivolse mentre si aggiustava i guanti per evitare qualsiasi contatto diretto tra la sua pelle e la pelle di qualsiasi altro essere umano. Un cuore dolce in grado di toccare tutti i cuori, ma una maledizione che non gli permetteva di sentire le carezze ed il contatto degli altri esseri umani senza assorbirne l’energia vitale, i pensieri e, se fossero stati mutanti, i loro poteri.

Harper Cooper annuì, mentre saggiava la propria stabilità sulle gambe. – Penso che debba avere un nome in codice… si; un  nome in codice ed un costume. – L’ultima aggiunta la fece dopo essersi guardato i jeans strappati per il combattimento simulato e la t-shirts traforata dal suo stesso potere. – Cioè, insomma, dico, qualche cosa che non si distrugga ogni volta che devo usare il mio potere o che mi trasformo. Tipo quelle dei Fantastici Quattro. -

La bella del sud face spallucce – Sei libero di farti un costume; se proprio ci tieni. Abbiamo una stanza apposita nella scuola, ma dovrai farlo da solo anche perché non credo che il dottor Reed Richards realizzi costumi su ordinazione, a meno che Susan non abbia aperto un atelier di moda. Come tua mentore ritengo che il costume sia un problema secondario; prima dovresti imparare a controllarlo il tuo potere. Imparare ad attivarlo quando ti serve… hai la fortuna di poterlo fare ed è una gran…. -

- Clap Clap Clap – tre battimani ben definiti. Tre colpi alla distanza di un secondo l’uno dall’altro ed una voce maschile piuttosto seccata interruppero la bella mutante. – Ma bravi. Ci si gingilla con le inezie e ci si distrae! E mi si disturba. Non so come mi avete trovato, ma….– Un rettiloide massiccio strava uscendo da una catapecchia, un capanno per gli attrezzi piuttosto malmesso. – … ho deciso che non mi importa esaudire la mia curiosità e passerò direttamente al punto numero due del mio attuale progetto; uccidervi. – La minaccia non sembrava per nulla vana, oltre al corpo massiccio e squamoso, il sauripide, era dotato di una arma dall’aspetto decisamente mortale. – L’unico mio cruccio è se iniziare con la pettoruta oppure con il bamboccio? -

- Bamboccio a chi? – disse Harper Cooper gonfiando i muscoli da adolescente.

Bang.

- A te. – rispose il lucertolone mentre premeva il grilletto ed iniziava a sparare. Rogue non perse tempo e prese il volo dirigendosi a tutta velocità verso il nemico. Harper Cooper, inesperto e poco addestrato, agì solo d’istinto.

Il suo corpo si tramutò poco prima che il colpo lo raggiunse. Ogni sua cellula divenne di biometallo appena in tempo per assorbire il colpo. Ma la sua massa non era così alta da evitargli un volo di alcuni metri ruzzolando per terra e lasciando una discreta scia nell’erba. Mentre era sospeso in quel volo involontario, osservò, con ammirazione e un pizzico di invidia, Rogue raggiungere il rettile e colpirlo con un diretto al mento, poi pensò che era la prima volta che si trasmutata completamente e non solo a chiazze e questo era particolarmente figo.

Sbadang.

Il colpo di Rouge fu sufficientemente forte da sorprendere il sauro, farlo barcollare ed obbligarlo ad abbandonare l’arma, che cadde a terra.

Il sauro fece solo qualche passo indietro prima di ritrovare l’equilibrio. – mhmm, la bimbetta morde! – furono le sue parole mentre si massaggiava la mascella.

-  Morde e punge, verdino. E sculaccia i bimbi cattivi – Rogue, addestrata in anni di combattimenti con i più pericolosi avversari degli X-Men, non si fece intimorire dalla ipertrofica lucertola. Usando i movimenti imparati nella “Stanza del Pericolo” intraprese un combattimento corpo a corpo. Calci, pugni, parate, torsioni del busto per evitare le risposte dell’avversario.

Swan.

Bang.

Punch.

Crush.

Swish.

Coff.

Tung.

Una prima fase di studio; il professor Xavier diceva sempre “conosci il tuo nemico”, anche se Wolverine asseriva che era meglio “abbatti il tuo nemico subito. Poi ti presenti”.

Roughe, con la coda dell’occhio, vide un luccichio in rapido avvicinamento da destra, spiccò il volo appena in tempo per sentire Harper Cooper passargli sotto per scontrarsi con la lucertola. Il sauro si lasciò scivolare a terra per assorbire il colpo, e con una spinta delle gambe lanciò Harper Cooper dietro di se, facendogli continuare la traiettoria fino ad incontrare la porta della piccola e malmessa capanna. Il mutante, essendo una massa di metallo in volo, non potette esimersi da raggiungere l’ostacolo e sfondarlo con la testa. Harper Cooper non è famoso per la calma con cui affronta la sua vita, soprattutto da quando i suoi poteri si sono manifestati, se aggiungiamo poi che lo canzonano chiamandolo “minicolosso” possiamo comprendere perché, dopo essersi liberato dalle assi di legno, senza pensare, in preda ad una cieca furia, prese la rincorsa per rilanciarsi contro l’avversario, in attesa, con i muscoli ben pronti ed una dentatura poco rassicurante.

- Lasciamelo a me. – Urlava mentre colpiva senza un metodo o una strategia, come in una zuffa tra adolescenti. Rogue restò librata in aria ad osservare, pronta a sfruttare ogni possibile punto debole del nemico.

La lucertola morse, ma non fece nessun danno alla pelle metallica. Rogue sapeva che il suo giovane allievo non era invulnerabile, e neppure insensibile. Essendo un adolescente inesperto, non ancora padrone dei propri poteri, poteri sempre in via di cambiamento e in affinamento, non aveva ancora il controllo per assorbire al meglio i colpi diminuendone la durezza e li sentiva, tutti, come se fosse stato di normale carne e sangue. L’unico vantaggio era che i danni erano mitigati dalla resistente struttura biometallica..

- Zucchero, non abbassare la guardia. -

Swissh.

Punch.

Tonf.

Cruck.

Stang.

La lucertola era più abile, più esperta, più cattiva. Parò i colpi più pericolosi al viso frapponendo gli avambracci scagliosi ai pugni metallici. Lasciò che Harper Cooper si sfogasse contro gli addominali rinforzati dalle placche ossee prima di passare al contrattacco con un paio di diretti, per guadagnare spazio, ciò gli permise di compiere un mezzo passo indietro e, sfruttando il movimento, una rotazione sul piede destro.

Harper Cooper si sentì colpire al fianco e scaraventare lontano – Ohoo, no, ma che …. – disse più demoralizzato che ferito mentre vedeva la coda muscolosa agitarsi dietro alla lucertola. Coda che gli aveva dato una bella spinta. Il fianco gli doleva e, per un attimo il respiro si era fatto incerto; non doveva svenire. Doveva mantenere il controllo, restare di metallo ad ogni costo. Tornare normale avrebbe significato la…. la morte. Questo pensiero si affacciò per la prima volta nella sua mente. Morire. Non ci aveva mai riflettuto. Pensava di essere immortale come tutti gli adolescenti, ma non lo era. Era un nuovo e giovane mutante di classe alpha, ma era mortale come tutti… be; quasi tutti.

- Poppante. Forse è meglio se mammina ti prepara il lattuccio – E rise mentre Harper Cooper sfondava un piccolo alberello e si incastrava dentro un tronco più grande. – Ohooo; il bimbo si è fatto la bua, chiama mammina che ti da il bacino. Oppure, mammina, vuole sculacciare il cattivo uomo verde che ha strigliato il suo pupetto? – Decisamente era un avversario abile. Non abbassò la guardia in quel momento di vittoria parziale. Nonostante le parole di scherno si preparò ad affrontare la bella sudista. – Mi piacciono le mammine che fanno le gattine. -

Rogue analizzò la situazione. Harper era incastrato nel tronco e non sembrava in grado di liberarsi subito, così  avrebbe potuto attingere a tutta la sua forza senza il timore di coinvolgerlo, inoltre il lucertolone era abbastanza resistente da poter sopravvivere alla sua furia.

- Squamoso, questa gattina ha le unghie e graffia. Ora vediamo quanto ti piacciono le sue fusa. Oppure sei solo chiacchiere? -

Sentiva l’energia dei poteri Creed assorbiti da Miss Marvel scorrergli nelle vene. Allungando i pugni si gettò conto il torace del sauripide, ma, prima di colpirlo, scartò di lato e gli diede un calcio sul naso. Il colpo fece effetto, la lucertola portò entrambe le mani al volto mentre si lamentava. Gli atterrò alle spalle ed afferrò la coda. – Non apprezzo venire interrotta durante una lezione. – disse mentre iniziava a girare su se stessa trascinando nella rotazione l’uomo lucertola. – e solo io posso prendere a pugni i miei studenti. – oramai la lucertola era sollevata dal suolo, fece un altro giro e poi lo lanciò in aria. Attese tre secondi poi fece un salto, spiccò il volo e raggiunse il corpo squamoso colpendolo prima in salita, poi lo superò e gli diede, con entrambe le mani unite a martello, un colpo che lo rispedì a terra.

Swan.

Shuittt.

Bunmf.

Il sauro era oramai inerme, mezzo infossato nel morbido suolo della radura, il respiro dimostrava che era ancora vivo ed i lamenti che non avrebbe provato a muoversi per qualche tempo.

Rogue stava cercando di riprendere il respiro normale dopo l’eccitazione del combattimento, si guardò attorno fino a ritrovare il corpo metallico di Harper Cooper. Il mutante si stava ancora agitando nel tentativo di disincagliarsi dal tronco. Lei lo osservò per qualche minuto mentre l’adrenalina gli scorreva ancora nelle vene.

– Rogue aiutami – disse Harper tendendo la mano destra metallica.

- Miele, ribadisco il concetto; non sono il tuo angelo custode personale. Se usassi la testa non solo per sfondare le porte ti saresti già liberato. – Nonostante il rimbrotto si avvicino all’allievo e gli tese la mano. – Torna normale, il cambiamento di volume dovrebbe poterti lasciare più spazio. -

In effetti fu così; Harper Cooper tornò di carne e sangue e, nonostante il dolore per una scheggia di legno, sgusciò fuori dalla formina del suo corpo come il pisello dal suo baccello. La mano guantata di Rogue gli accarezzò la testa scompigliandogli i capelli pieni di pezzettini di legno. – Grazie per l’aiuto, campione – Poi si avvicinò al rettile. Lo afferrò e lo sollevò come se non avesse peso. – Porto il nostro amicone verdolino al sicuro. Torna alla scuola e fammi una relazione di almeno quattro pagine su questo combattimento. E non fare danni mentre torni. – Detto questo volò via lasciando Harper Cooper in mezzo alla radura.

- Bella fregatura – disse l’adolescente mutante mentre prendeva a calci alcune erbacce -  Le ho prese, ho rovinato la mia maglietta preferita, mi si sono sfondate le scarpe e devo tornare a casa a piedi… e mi tocca pure fare i compiti. La scuola è una pizza. – Poi prese a camminare fischiettando, perché la scuola è si una pizza, ma è fico diventare di metallo e prendere a pugni i cattivi. Addestrarsi con Rogue, che è la donna più bella che si è mai vista. Poi c’erano gli altri della classe; Tairon, Liza, Pucco, Anto’,  Yulia, Jenny; soprattutto Jenny, che durante l’ora di ginnastica indossa sempre quei pantaloncini che la stringono e gli sorride sempre quando lo scopre che la sta guardando. E che se si affretta arriva in tempo per la partita di basket.

 

FINE